Un uomo e una donna in una cucina. Hanno appena finito di cenare.
“Quindi com’è che hai proposto tutto a Brian?”.
“Ti ricordi – le risponde lui – quando sono rimasto fuori dopo il lavoro e sono andato a vedere la partita?”.
“Sì, mercoledì scorso”.
“Ecco… abbiamo bevuto un po’… un po’ troppo… e abbiamo fatto un gioco stupido: obbligo o verità”.
“Un grande classico, non ci gioco dai tempi dell’università”.
“Lui ha scelto obbligo. È stato bravo: è andato a chiedere il numero a una ventenne che era a cena con le amiche. Si è preso uno schiaffo assurdo… che puppe stratosferiche che aveva…”. Quando è tornato io ho scelto verità. Mi ha chiesto di rivelargli un segreto inconfessabile e io ero così ubriaco che senza pensarci gli ho raccontato quello che ci piace fare”.
“Strano, ti fai sempre più problemi di me! E lui?”.
“Beh, era ubriaco anche lui… ha detto, cito testualmente: ‘Beato chi se la tromba quella topa di tua moglie, ha certe cosce!’. Poi è diventato viola e ha iniziato a chiedermi scusa”.
“Poveraccio! Si sarà vergognato” dice lei, ridendo.
“Sì sarà vergognato in quel momento! Ma mi pare che oggi abbia perso tutte le vergogne e si sia divertito… e anche tu!”.
“Oh sì! Direi proprio di sì. È stato così… spontaneo. Selvaggio! Comunque, l’ho capito subito che gli piacevano le mie cosce! Hai visto come le mordeva, dopo avermi sbattuta sul tavolo del salone?”.
“Certo che l’ho visto, amore! Chi se lo sarebbe mai perso uno spettacolo così. Sembrava uno che non mangiava da mesi davanti a un arrosto succulento. Pensavo che te la volesse mangiare la fica a un certo punto”.
“È molto energico, in effetti… in alcuni momenti l’ho dovuto frenare o sarebbe esploso. Niente male però per essere la prima volta! C’è stata una buona intesa”.
“Vuoi rifarlo?”.
“Perché no! Se lui è d’accordo… ma penso proprio di sì!”.
“A te cos’è piaciuto di più?”.
“Fammi pensare… ah, sì! Quando mi ha presa da dietro sul divano e mi teneva per i capelli. Lo sai che mi piace da impazzire!”.
“Lo so, lo so. Ora lo sa anche lui dopo averti sentita gemere in quel modo”.
Silenzio.
Lei si alza e va a mettere la tazzina del caffè nel lavello. Lui la segue.
“Amore!”
“Dimmi” risponde lei.
“Senti” dice lui, prendendole la mano e infilandosela nei pantaloni.
“Ah”.
“Ti va di andare di là?”.
“Certo, amore mio. I piatti possono aspettare”.